La tradizione del pane al finocchio che apre il Natale
A Gravina in Puglia, tappa centrale del Cammino Materano – Via Peuceta, l’inizio del Natale ha un profumo preciso: quello del tarallo dell’Immacolata, un pane morbido al finocchio preparato secondo una tradizione che la comunità custodisce da generazioni. L’8 dicembre, questo pane tipico diventa simbolo della festa e richiamo per chi cammina lungo l’antico percorso che unisce Bari a Matera.
Che cos’è il tarallo dell’Immacolata
Il tarallo dell’Immacolata è un pane tradizionale di Gravina in Puglia. A differenza dei taralli pugliesi croccanti, questa versione è morbida, lievitata, profumata con semi di finocchietto selvatico e modellata in un grande anello. Secondo la tradizione locale, la forma circolare richiama l’aureola della Vergine Maria, mentre la preparazione l’8 dicembre o nella sua vigilia segna simbolicamente l’inizio del periodo natalizio. Ricette e abitudini possono variare da famiglia a famiglia, come avviene spesso per i prodotti tipici della cucina pugliese: c’è chi aggiunge anice, chi usa solo finocchietto, chi preferisce una consistenza più morbida o più asciutta.
Origini e significato della tradizione
La leggenda e la memoria popolare raccontano che, un tempo, la vigilia dell’Immacolata fosse segnata da un digiuno semplice: a mezzogiorno si mangiava solo il tarallo preparato il giorno prima. Questo gesto di sobrietà precedeva la festa e rafforzava il legame tra pane, devozione e comunità. Oggi quella pratica non è più così diffusa, ma il tarallo dell’Immacolata resta al centro della celebrazione: un rito domestico che riempie le case di profumo e invita a riunirsi attorno alla tavola.
Come si prepara il tarallo dell’Immacolata
Dal punto di vista culinario, il tarallo dell’Immacolata è un pane semplice e ricco di carattere. Gli ingredienti più comuni sono: semola di grano duro e farina; acqua e lievito; sale; semi di finocchietto selvatico. L’impasto viene lavorato a mano, lasciato lievitare lentamente e poi cotto in forno fino a ottenere una crosta dorata e una mollica soffice. Ogni famiglia custodisce la propria versione, spesso tramandata verbalmente.
Tarallo e mortadella: l’abbinamento più amato
Tra i modi più diffusi di gustare il tarallo dell’Immacolata c’è l’abbinamento con una fetta di mortadella, da mangiare quando il pane è ancora caldo. È un accostamento semplice ma molto radicato nella tradizione gastronomica locale: la morbidezza del pane e l’aroma del finocchietto esaltano la dolcezza del salume. Per chi arriva a Gravina in Puglia in questo periodo, assaggiare tarallo e mortadella significa vivere un’esperienza autentica e profondamente legata alla cultura del territorio.
Un’esperienza sul Cammino
Il tarallo dell’Immacolata non è solo un prodotto tipico: è un elemento che racconta l’identità culturale di Gravina. Per i pellegrini del Cammino Materano, questo pane diventa un modo per avvicinarsi alle tradizioni locali e comprendere il legame tra gastronomia, spiritualità e territorio. Spezzare un tarallo caldo mentre si attraversano i vicoli del centro storico o ci si riposa dopo una tappa è un gesto semplice, ma capace di far sentire parte della comunità.