L'Itinerario Culturale


La storia, il paesaggio, il viaggio

L'Itinerario Culturale


Il Cammino Materano è un Itinerario Culturale costruito sul modello delle Cultural Routes del Consiglio d'Europa, del quale condivide i metodi e valori indicati nelle risoluzioni CM/Res(2013) 66-67.

L'itinerario lavora alla promozione dell'identità e della cittadinanza europea attraverso la conoscenza e la consapevolezza del patrimonio comune, nonché allo sviluppo di legami culturali e di dialogo con Paesi e regioni dell'Europa e di tutto il bacino del Mediterraneo. Per il raggiungimento di questo obiettivo il CM sostiene attraverso le sue azioni l'incontro e lo scambio culturale di cittadini di nazionalità e cultura diversa, con particolare attenzione alle fasce di età più giovani.

Attraverso il coinvolgimento di cittadini, associazioni, reti, amministrazioni locali, regionali e nazionali, enti, scuole, università e organizzazioni professionali l'Itinerario si impegna nella ricerca, nella cooperazione culturale, nello sviluppo territoriale sostenibile e nella promozione della coesione sociale.

Il CM lavora alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale del territorio attraverso itinerari turistici tematici e a progetti culturali, con particolare attenzione alle aree interne e marginali e alle minoranze.

L'itinerario aderisce altresì convintamente ai principi della Convenzione di Faro, che lega il patrimonio culturale alle comunità, alla democrazia e ai diritti umani. In particolare, la necessità di migliorare l'ambiente e la qualità della vita dei cittadini e il dovere di gestire la diversità culturale e la comprensione reciproca sono considerati prioritari.

I temi dell'Itinerario


Tre sono i temi oggetto dell'itinerario

1
L'eredità culturale e il patrimonio
dell'età normanno sveva

La plurisecolare storia del popolo normanno, che dalla Scandinavia giunge a Gerusalemme, è esemplificativa di un traiettoria euromediterranea che ha portato alla sintesi di culture lontane e diverse tra loro, che diedero come risultante un sincretismo fecondo nei vari ambiti della cultura, dalla letteratura alla storia dell'arte. Dal Nord Europa al Vicino Oriente, toccando i picchi più significativi nel Sud Italia, questa popolazione è passata, tramite il contatto con l'eredità romana, bizantina e araba, dal ruolo di mercenaria al soldo dei potentati locali, alla dimensione di classe dirigente matura in grado di assolvere un ruolo di protagonista, non solo militare, nel contesto internazionale del XI-XII secolo. Molti furono gli ambiti di eccellenza: la gestione dello Stato, l'incastellamento, il pieno sviluppo delle città e del sistema rurale dei casali, la costruzione delle cattedrali, l'istituzione di nuovi santuari internazionali in grado di cogliere appieno l'esplosione del fenomeno del pellegrinaggio.

Il seguente periodo svevo fu in continuità non solo cronologica e dinastica: la prima metà del XIII secolo fu caratterizzata dall'azione di uno dei personaggi più importanti dell'intera età medievale, Federico II, che non solo dal punto di vista istituzionale fu in grado di garantire unità a un vasto impero che comprendeva gran parte dell'Europa occidentale, continentale e mediterranea, ma favorì in modo programmatico l'incontro tra le culture del nord e del sud Europa e un sistema in cui il confronto tra cristiani, ebrei e arabi diventava volano per l'istituzione di snodi culturali e commerciali di rilevanza internazionale. L'impulso dato alla legislazione, alla letteratura e alle arti in generale rappresenta una delle eredità più significative del passato continentale.

Un tema che riunisce la storia comune di Italia, Francia, Germania, ma anche di Inghilterra, Grecia, Turchia e Israele che vale la pena utilizzare come ponte di dialogo e vettore di formazione delle nuove generazioni europee. Una traccia utile a valorizzare l'immenso patrimonio materiale e immateriale ereditato da questa proficua fase della storia, che può essere valorizzato tramite modelli turistici non massificati, destagionalizzati e rispettosi delle comunità.

2
Il paesaggio rurale
e la civiltà contadina

Proprio nel periodo normanno la parcellizzazione delle proprietà agrarie, ereditata dal sistema dei korìa bizantini, trova un suo assetto nel sistema dei casali, piccoli villaggi rurali inizialmente composti da poche famiglie che condividono i mezzi per coltivare un numero più o meno limitato di terreni.

Questa impostazione, che prosegue in età sveva e angioina, per mutare solo a partire dall'età aragonese, ha lasciato un'impronta indelebile nel paesaggio agrario del meridione d'Italia, avendo due risultanze opposte: da un lato fenomeni di sinecismo che hanno portato alla creazione di veri e propri paesi di dimensioni maggiori, dall'altro alla comparsa in età moderna delle più note Masserie, veri e propri centri di produzione agricola giunti fino ai giorni nostri. Intorno a questi edifici per diversi secoli si è articolata una vera e propria civiltà contadina, fatta di un'intima conoscenza dei cicli della natura e di un profondo rispetto del territorio, modificato sempre in modo armonico e funzionale.

Un sistema culturale, fatto di competenze tecniche, mestieri, narrazioni, saperi e valori che oggi sarebbe necessario almeno in parte recuperare per elaborare nuovi modelli utili a cogliere la sfida della transizione ecologica, mettendo al centro la qualità della vita e lo sviluppo sostenibile delle comunità.

3
Il viaggio lento

L'epoca normanno sveva è stata una fase storica di estrema mobilità di uomini e merci. Il rinvigorirsi dei commerci a lungo raggio e l'esplosione del fenomeno del pellegrinaggio determinarono una frequentazione intensa delle vie di terra e di mare.

Su queste strade viaggiavano uomini e idee, che diventarono il vettore del cambiamento di un mondo in trasformazione. La frequentazione delle strade e delle rotte non si esaurì di certo nel XIII sec., ma il viaggio lento su mezzi di locomozione non meccanici proseguì molto oltre, con le sue fascinazioni e i suoi pericoli, almeno fino alle soglie del XX sec.

L'Itinerario ha lo scopo di cogliere i valori del viaggio a prescindere dai limiti cronologici, come strumento di scoperta di se stessi e del mondo, di conoscenza ed incontro della diversità, di eliminazione progressiva dei pregiudizi e di dialogo tra gli uomini.

La Credenziale


La Credenziale è una sorta di "passaporto" che attesta lo status di viaggiatore lento. All'interno della credenziale, il pellegrino avrà inoltre cura di far apporre i sigilla, o timbri, che attestano il suo passaggio nelle varie tappe del cammino.

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